PIAZZA ARMERINA ENNA STEMMA DEI TRIGONA
Lo stemma dei Trigona nobile famiglia di Piazza Armerina in provincia di Enna in Sicilia.
Il privilegio del 1369, di cui si è parlato nel
post Lo stemma dei Trigona/1, è confermato da re Ferdinando II di
Castiglia il Cattolico (1452-1516) nel 1502 a Matteo (in alcuni testi
Giovanni Matteo) Trigona I barone di Montagna di Marzo¹ con lo
stemma nella foto 3: Uno scudo alla campagna mareggiata di argento dalla
quale muove, a sinistra un triangolo d'oro rovesciato, con un sole
dello stesso nel punto del capo. Lo scudo con corona, a secondo se di
Principe-Duca-Marchese-Conte-Barone o Nobile, è accollato ad un'aquila
spiegata, nera, armata, imbeccata e coronata d'oro.
Alla fine
del XVI secolo il barone Marco Trigona alla sua morte, avvenuta nel
1598, nel testamento ordina di porre nella Chiesa Madre e negli altri
edifici che ospitano le sue opere di carità, copie del suo stemma
gentilizio perché possano servire di monito agli altri Signori per fare
simili e maggiori opere di umana carità. Essendo il Barone
religiosissimo egli non consente che nel suo stemma siano presenti le
tre fasce ondulate, le quali, oltre a simboleggiare l'eroismo dei
Normanni, possono alludere alla loro adorazione a Dio Odino, divinità
germanica. Né vuole tollerare l'allegoria astrologica² dell'antenata
Margherita d'Aragona al marito Giacomo Trigona, consapevole che tanti
matematici che pretendono leggere il passato, il presente e il futuro,
sono stati ripetutamente condannati come eretici. Per questo sono
soppresse dal suo stemma le figure delle tre onde marine e il sole, il
quale viene sostituito con una stella luminosa a 6 o a 8 punte (foto 4).
Dopo
quasi due secoli, nel 1781 (per onor del vero, si riscontra anche in
alcuni stemmi di epoca precedente, sino ad arrivare al periodo
immediatamente dopo la dipartita di Marco Trigona, come dimostrano quasi
tutti gli stemmi gentilizi voluti per sua espressa volontà in
Cattedrale) è apportata una nuova modifica allo stemma da Don Gaetano
Trigona e Parisi dei baroni di Sant'Andrea (1767-1837)³.
Poiché la
stella luminosa è molto somigliante ad una cometa, decide di sostituirla
con la raffigurazione di una cometa vera e propria (foto 5) per
simboleggiare il messaggio divino è la conseguente intercessione. Per
tutti questi motivi verrebbe rappresentata "la cometa d'oro che indirizza il suo raggio verso il triangolo d'oro"
ovvero la protezione divina che, come aggiungeva il motto della
famiglia anch'esso sostituito, sarebbe valsa "Per sé e i successori in
infinito".
Gli stemmi di questa famiglia li troviamo ovunque,
oltre che nella nostra Chiesa Madre poi Duomo e Cattedrale, da soli o
assieme a quelli di altre famiglie imparentate, nelle chiese di S.
Pietro, Sant'Anna Vecchia e Nuova, Cappuccini, Angeli Custodi,
Crocifisso, S. Vincenzo, Santo Stefano, nella Commenda di S. Giovanni
Battista, nel Palazzo Vescovile, sui portoni di numerosi palazzi civili
di Piazza e fuori Piazza.
¹ In seguito al matrimonio nel 1516 con l'aidonese Elisabetta de Gaffori di Montagna di Marzo
²
Margherita interrogando l'oroscopo aveva constatato che le tre linee
immaginarie che uniscono i tre astri (l'Ariete, simbolo del paziente e
docile re Federico III il Semplice; il Leone, che stava a rappresentare
la forza del cavaliere Giacomo Trigona; il Sagittario segno della pura
verginità di Margherita d'Aragona) formavano il triangolo del fuoco
(considerato sacro agli Dei), sul quale impera il sole come emblema
maschile (fecondità dei Trigona), settentrionale (come la Patria degli
antenati Normanni), diurno (il giorno è simbolo dell vita) e fecondatore
(di alti spiriti come i guerrieri vittoriosi). Inoltre, che la terza
parte dello zodiaco, contenente due pianeti di conforme natura (in
questo caso il Leone Giacomo e il Sagittario Margherita) equidistanti,
formano il trigono, considerato come presagio di buon auspicio, mentre
al sole, che tutela e annuncia la vittoria e la bellezza, appartiene il
cuore
umano.
³ A pag. 18 del volumetto Origine e Significato dell'Arme e del Motto
di Casa Trigona, RAGUSA 1928, l'autore Francesco Trigona aggiunge
erroneamente a Gaetano Trigona, poi Cardinale della Romana Chiesa, il
nome Felice. In realtà mons. Trigona, cardinale nel 1834, aveva altri 5
nomi, Maria Giuseppe Benedetto Placido Vincenzo ma non Felice. Inoltre,
se la data 30 Settembre 1781, riportata nella stessa pubblicazione
relativa al rilascio al futuro Cardinale dell'attestato di modifica
dello stemma da parte del Senato di Piazza, è esatta, si desume che gli
venne rilasciata all'età di 14 anni, essendo nato nel 1767.
PIAZZA ARMERINA ENNA STEMMA DEI TRIGONA
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