ANASTASIO DE CAMMARATA DI PIAZZA ARMERINA ENNA SICILIA
Nel 1282 Anastasio de Cammarata è il primo della famiglia Cammarata e lo troviamo tra i 101 nominativi di militi e/o nobili presenti nel vasto territorio di Plasia, oggi Piazza Armerina.
Facendo un salto di 300 anni nel 1560 registriamo Gregorio da Cammarata (?) Abbate del monastero di S. Maria di Fundrò.
Dopo due secoli, nel 1781, nasce Domenico Cammarata* che, al dire di Alceste Roccella, fu "amatissimo della terra natale e profondo conoscitore delle cose patrie."
Nel 1817 Domenico insieme ad altri concittadini fonda una "vendita" della Carboneria ma, scoperto, fugge a Messina. Gli anni successivi, pur essendo un rivoluzionario-antiborbonico, viene sempre eletto dai Piazzesi Decurione (consigliere comunale) e nel 1837, al tempo dell'epidemia colerica, di notte, rischiando l'arresto, si porta nei vicini Comuni per acquistare grano per la povera gente piazzese.
Sempre nel 1837 fa parte della commissione comunale per la scelta di un terreno idoneo per cimitero e nel 1839 di quella per attuare una Biblioteca Comunale alla quale dona i primi libri, pubblicando, nel frattempo, importanti articoli sulla Storia di Piazza.
Nel 1848 contribuisce al prestito al Parlamento Siciliano in vista della guerra contro i Borboni.
Nel 1861 dal Governo Sabaudo è prescelto quale direttore provvisorio delle Nuove Scuole di Piazza (ginnasio e scuola tecnica) e nello stesso anno propone la specifica "Armerina" da aggiungere a "Piazza".
Domenico Cammarata muore nel 1865 e il Consiglio Comunale del tempo pone il suo ritratto nel salone senatoriale del Palazzo di Città.
Nel 1848 Callisto Cammarata è tra gli 847 componenti rivoluzionari della Guardia Nazionale di Piazza.
Nel 1860 Modestino Cammarata è tenuto sotto stretta sorveglianza dai Borboni.
Nel 1861 e nel 1865 Federico Cammarata è Assessore della Giunta Comunale.
*Il notaio Remigio Roccella (1829-1916) "u patri da ciaccësa poesìa" gli dedica questo sonetto:
Cammarata cu fu? Fu 'ncr'stiàngh
seriu, dott, nurà, fingh e sàvù;
fu u ciu rann e fomös paisangh
e d' tutti i Ciaccësi u patri fu.
Ggh'è u so r'tratt ch' par de Raffièu
ed è p'zzà na sala Comunau.
Quann ggh'annè, dd'vev'ggh u capèu!
(tratto da L. Villari, Cittadini Illustri, Commemorazioni Dattiloscritte, P. Armerina, 1996)
ANASTASIO DE CAMMARATA DI PIAZZA ARMERINA ENNA SICILIA
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